14.01.12
Si legge nell'istoria de due popoli che una buia notte...
di Vincenzo Pacelli

 

Pubblicato su Villaggio Globale – Anno II n.4 – marzo/aprile 1996

 

riveduto e corretto

 

Un altro aneddoto, diciamo simpatico, sugli idilliaci rapporti fra Vignanellesi e Valleranesi alla fine del XVIII secolo. Sono passati in verità pochi giorni dal fattaccio già raccontato, quando accade che giovinastri valleranesi irrompono in alcune abitazioni di Vignanello portandosi via alcune persone.

Si tratta evidentemente di una vendetta per l’assedio e gli incendi ai fienili avvenuti in seguito all’uccisione del Vignanellese in occasione della Festa della Madonna del Ruscello.

Dopo le insistenti quanto infruttuose richieste fatte dai Vignanellesi per riavere i propri cari è costretto ad intervenire il parroco don Giovanni Ceccarelli, che spedisce un trattato di pace al capitan Janni (quello che aveva detto “Quanti Vignanellesi trovate, uccidete”, tanto per capirci).

L’evento ha una certa solennità, i due si incontrano sui confini del territorio (praticamente… da i’ bivio ‘a Colonnetta) accompagnati dai loro compagni e dal segretario, e qui avviene la riconciliazione con un vero e proprio atto notarile (pubblico istromento).

I Vignanellesi, non molto concordi, minacciano addirittura don Giovanni Ceccarelli per il semplice fatto di essersi riconciliato con il rappresentante della popolazione nemica. Succede così che dopo pochi giorni una ragazza di Vallerano che si trovava a passare per Vignanello venga presa a urli e fischiate tanto da costringere i rappresentanti del Governo Provvisorio di Viterbo a fare una notificazione per ricordare ai Vignanellesi di non generare ulteriori disordini e di non inveire o insultare i Valleranesi.

Non solo, oltre a questo, i Valleranesi ottengono una truppa di sei soldati austriaci per raffrenare l’audacia dei Vignanellesi, udite bene, a spese di entrambe le comunità. E qui la cosa è grave, gravissima. Don Giovanni Ceccarelli e i deputati di Vignanello rispondono a tono con una bella lettera ed in poche parole scrivono che se i Valleranesi hanno così timore dei Vignanellesi, che invece a loro dire sono calmissimi, che se la pagassero da soli la truppa di austriaci! Ma andiamocelo a leggere dalle vive parole di chi ci ha tramandato questa memoria…

  

Si legge nell’istoria de due popoli che una buia notte...
Cronache vignanellesi di fine XVIII secolo

Si legge nell’istoria de due popoli che una buia notte giovinastri valleranesi armati furtivamente irruppero nelle case vignanellesi prendendosi ostaggi domestici e familiari. Per la quiete comune, quanto per le assidue fervorose istanze che facevano gli Amici e i Parenti per riavere i loro domestici, che i Valleranesi tenevano gelosamente in ostaggio, come sopra dicemmo, si progettò di venire ad un trattato di pace; andò D. Giovanni Ceccarelli, deputato della Commissione comunale, spedì al Capitan Janni, che si portasse co’ suoi Compagni e Segretario sui confini del territorio; come di patto seguì la solenne riconciliazione con pubblico istromento, non senza qualche pericolo del Deputato D. Giovanni Ceccarelli, che dai mali intenzionati di Vignanello fu severamente minacciato per la seguita concordia.

Successe che dopo tre giorni videsi comparire per le strade di Vignanello una Valleranese, la quale dai Ragazzi venne maltrattata con urli e fischiate, per cui ne venne di conseguenza che in seguito ebbesi la presente:

» Notificazione »

“Parendo a Sua E’nza (1) Monsig.r Preside di Viterbo e General Commando che poco, o niente abbia avuto buon esito la Pace seguita fra le contro due insortesi Popolazioni delle limitrofe Terre di Vallerano e Vignanello, poiché essendovi ancora delle menti torbide, le quali non per anco rappacificate, possono colle loro seduzioni far nascere ed insorgere delli più gravi inconvenienti e disordini, ha ordinato a questo Governo Provvisorio, come colla presente Notificazione si fa intendere a questa Popolazione di Vignanello esser mente della prelodata Ecc’nza(1) Sua e General Commando che niuna di questa Terra ardisca e si faccia lecito sotto qualunque titolo né in fatti, né in parole insultare ed inveire contro chiunque siasi individuo della Terra di Vallerano, che qui si portasse per suo divertimento ed interesse. Avvertendo che contro i Trasgressori si procederà colle pene più vigorose da subirsi irremisibilmente. 

Dato, Vignanello 16 Agosto 1799
» Gio: Sacerdote Ceccarelli Deput.o Provv.o(2) e   Compagni. »

Non ancora contenti i Valleranesi dell’emanato rigoroso Editto per loro quiete, ottennero da Monsig.r Bussi e dal Colonnello Austriaco una forza armata, la quale stanziasse in Vallerano per raffrenare l’audacia dei Vignanellesi, a spese però delle ambedue Comunità, come dalla lettera del presente tenore:

»Molt’Ill’ri Sig.i(3). Benché spero che i medesimi sentimenti di quiete e tranquillità che attualmente regnano in Vignanello debbano esser li stessi anche in Vallerano, non ostante per consolidar la pace fralle due popolazioni, e per remora a qualche turbatore dell’altrui quiete, mi sono determinato, col permesso di questo sig. Colonnello, di mandare in Vallerano e per Vignanello insieme una Truppa di sei soldati Austriaci a spese e carico di ambedue i sud’i (4) Paesi. Le SS.e Loro intanto mantengano la Popolazione in questa buona disposizione, ed io ho luogo a sperarlo dalla loro saviezza e prudenza. E con piena stima mi rassegno.

Delle SS. LL. Gentilissime

Ass.o Gio. Batt’a (5)Bussi Gov.e Prov.o (6)

Un ordine nemmeno capriccioso che obbligante dato dal Supremo Tribunale di Viterbo Monsig.r Bussi a richiesta del Capitan Janni per un suo panico timore fu troppo rincrescevole ai Deputati di Vignanello per cui con tutta speditezza fugli trasmesso un foglio del seguente tenore:

“Ricevemmo il pregiatissimo foglio segnato dall’E. V. R’ma (7) a pronta esecuzione del medesimo fu da Noi fatto affiggere la Notificazione colla quale si è inculcato severamente a questo Popolo di mantenere la pace con quello di Vallerano, ed astenersi da ogni benché minima ostilità. Sembra che questa providenza sia stata proficua, giacché fin ora tutto è tranquillo; onde possiamo riprometterci che siano state obliate le private dissenzioni. Su tal riflesso troviamo superfluo la forza armata stazionante in Vallerano in quanto a noi. Se Vallerano la brama, purché Vignanello non ne resti gravato per il mantenimento, la tenga pure; il nostro Popolo, essendo quieto, non ha bisogno di remora armata. Se mai i Valleranesi non avessero deposto le animosità, sarà bene che vengano repressi da una forza vegliante, ma a tutte loro spese, giacché non deve soffrire l’innocente per l’altrui supposta insubordinazione. La forza armata è venuta a petizione del Capitan Janni, ed egli pensi al totale mantenimento, come ce lo assicura un di lui biglietto segnato sotto lì 14 Agosto. In tutt’altro si darà piena esecuzione ai venerati comandi di V. E. R’ma. E col dovuto inalterabile ossequio ci protestiamo.

U’mi e Ser.i Obl’mi (8)
Gio. Ceccarelli e Compagni Dep.i Pro.i (9)

Note

1) Eccellenza
2) Deputato Provvisorio
3) Molto Illustri Signori
4) suddetti
5) Battista
6) Governatore Provvisorio
7) Eccellenza Vostra Reverendissima
8) Umilissimi e Servitori Obbligatissimi
9) Deputati Provvisori