Foto: Angelo Anselmi

 

15.09.12
 

GLI AVVENIMENTI DI AGOSTO 2012

di Tommaso Marini

 

         Mai come quest’anno il mese di agosto è stato portatore di eventi importanti e partecipati, una sapiente mescolanza capace di soddisfare i gusti dei numerosi visitatori.

         E’ stato un agosto torrido ed intenso, faticoso e snervante, atteso e maledetto. Le feste non finivano mai o, per meglio dire, al termine di una seguiva subito un’altra: prima Vignanello, poi Vallerano ed ancora Vignanello, di nuovo Vallerano e quindi Vignanello fino alla fine del mese, senza sosta, senza pausa, senza pace!

         Le feste le conoscete tutti: San Biagio e Santa Giacinta e Festa del Vino per Vignanello, San Vittore e Piccole Serenate Notturne per Valleranno, da ultimo (novità assoluta ed apprezzata) i festeggiamenti per il 65° compleanno di donna Claudia Ruspoli che concludeva questo mese spensierato e vacanziero.

         Che dire? Complimenti vivissimi alla Presidente Roberta Laura Stefani ed all’intera Classe 1972 di Vignanello per l’infinità di manifestazioni inserite in Programma, complimenti per la scrupolosa organizzazione e per lo spirito di corpo dimostrato dal Comitato Festeggiamenti San Biagio e Santa Giacinta, complimenti per l’attenzione mostrata nella scelta delle attività che hanno soddisfatto la comunità intera: bambini, giovani, meno giovani ed anziani. Una festa meno rumorosa del solito ma apprezzata e sentitamente partecipata.

         Grazie per quanto siete riusciti ad organizzare per cittadini e forestieri, grazie per quanto avete voluto donare alla comunità intera.

         Grazie anche per lo show di Renzo Arbore di cui sono appassionato simpatizzante: è stata una serata divertente e coinvolgente insieme!

 

I complimenti sono da rivolgere anche ad Elisa Fochetti, Presidente della Pro Loco di Vignanello, per l’ottima riuscita della Festa del Vino sobria come le circostanze richiedono ma sicuramente non meno riuscita di tante altre. 

Ristorazione, musica e carri hanno fatto da corredo ad una manifestazione invidiabile.  Complimenti anche per gli artisti che hanno esposto le loro opere ed allietato un rilevante numero di visitatori.

 

         Quest’anno analoghi complimenti desidero estenderli anche agli organizzatori dei festeggiamenti per San Vittore e di Piccole Serenate Notturne chiuse, queste ultime, con la “Notte delle Candele”: un’invasione di musica, teatro e gastronomia nell’intera area del centro storico, nello sfolgorio di oltre 40.000 candele accese.

Qualcuno dei lettori mi criticherà per lo scarso spirito campanilistico, penserà che sia diventato un simpatizzante delle iniziative sociali e culturali valleranesi, uno di quelli che “l’erba del vicino è sempre più bella”, un ipercritico “a prescindere”.

Tranquilli: nulla di tutto questo ! Sono rimasto e resterò sempre uno strenuo difensore e sostenitore delle “nostre” attività paesane ma, consentitemelo, le cose ben fatte vanno riconosciute ed elogiate, anzi devono essere motivo di stimolo a far meglio in futuro.  Da tutto ciò che vale si deve prendere spunto, anche se quel che vale è proposto da antagonisti, elogiandolo e prefiggendosi di fare ancora meglio.

         E’ questo un segno di maturità e civiltà.

         Detto ciò (e tralasciati i commenti atavici su quali fossero stati, tra i due paesi, i migliori Fuochi artificiali o la migliore Festa, divulgandone i considerevoli costi), desidero parlare di due avvenimenti che hanno reso ancor più attraente ed interessante questo mese appena trascorso.

         Desidero parlare di due piacevoli serate che dovrebbero costituire un duraturo stimolo alla realizzazione di analoghe manifestazioni.

         La prima serata è valleranese. Merita la citazione per il valore storico ed il lavoro certosino donato gratuitamente da un “ragazzo” ottantaseienne: Raul Poleggi.

         La seconda serata è vignanellese. Merita la citazione per la dimostrazione esplicita del forte legame che si può avere per un paese che tanto ha dato e che tanto deve alla sua nobile famiglia: donna Claudia Ruspoli.

Fin qui le chiacchiere… adesso i fatti!

 

COME ERAVAMO

Raul Poleggi ricorda luoghi, tempi, episodi della storia valleranese

Vallerano 22 agosto 2012

 

            Mi auguro vivamente che gli assidui lettori “puzzolosi” apprezzino l’omaggio, giustamente dovuto, ad uno squisito cantore, Raul Poleggi appunto, ed alla indovinata serata dedicata totalmente a Vallerano. 

Vallerano, suo paese natale, che Raul rievoca con memoria lucida e descrive in maniera quasi animata, suscitando emozioni a non finire.

Raul viene presentato da un bravissimo Massimo Fornicoli conduttore della serata, con Tiziano Valerio Severini e Manola Erasmi, e che così la presenta:

“La serata è totalmente dedicata a “Vallerano e la sua storia”, attraverso i ricordi di Raul Poleggi, un Valleranese doc, che da qualche anno, ne ha 86, sta scrivendo le sue memorie e ce ne ha fatto dono. Siamo a otto piccoli volumi dattiloscritti, arricchiti da foto d’epoca, schemi ed alberi genealogici di famiglie importanti, raccolti in Ricordi della prima età, di gioventù, del tempo di guerra e altri ricordi che non finiscono mai, e tante altre reminescenze, con due appendici di altrettante integrazioni. Tra le curiosità i soprannomi valleranesi, i modi di dire in dialetto, la nascita della ferrovia, del cinema, i mestieri scomparsi, la rievocazione di eventi storici e altro ancora che definiranno il profilo del nostro paese come visto dall’autore”.

         Non vorrei sminuire la presentazione di Massimo Fornicoli ma, in questo modo, poco si conosce del personaggio Raul, della sua storia, della sua formazione culturale, dell’ammirazione che dimostra ancora per il padre Lorenzo (semplice falegname, dice lui, ma particolarmente intelligente tanto da diventare amministratore delle proprietà di Costanzo Ianni), delle sue passioni, delle sue conoscenze, della sua lucidità di mente, della sua puntigliosità e del suo perfezionismo quasi maniacale.

         Desidero, pertanto, far conoscere  Raul  raccontando un po’ di lui.

         Raul nasce a Vallerano il 20 aprile 1926, il padre è Lorenzo, come già detto, e la madre Novelia Nisini.  Più tardi avrà una sorella, Marisa.

         Nel 1937 (il 18 di aprile), terminate le elementari, si trasferisce a Roma, in Via del Boschetto a casa della zia paterna Romana, per continuare la sua formazione scolastica dopo aver superato l’Esame di Stato per l’ammissione alla scuola superiore ad indirizzo tecnico (la preparazione a tale esame venne curata da Monsignor Giovanni Cardarelli di Vignanello).

Nel 1938 posa, come “scugnizzo” (foto a lato) per la pittrice Gabriella Corvisieri che, per ringraziamento, lo ritrae nelle vesti abituali (foto sotto). 

Nel 1945 consegue il Diploma di Ragioneria e si iscrive all’Università. Nel 1947 viene assunto in banca al Credito Italiano e nel 1955 consegue la Laurea in Economia e Commercio.

         In estate Raul torna regolarmente a Vallerano per trascorrere le vacanze e soprattutto per stare con i suoi genitori e continuare le sue frequentazioni giovanili.

         Completata la trafila dei vari livelli di incarico bancario, diviene capo ufficio al Credito Italiano e, successivamente, procuratore alla CreditWest, Banca affiliata al Credito Italiano ed alla National Westmister Bank.

         Poi matrimonio e famiglia. Continua la sua permanenza a Roma in Via del Boschetto, in quella stessa casa che, per una fortuita circostanza, gli viene assegnata come eredità.

         Raul coltiva un’infinità di passioni: filatelia (fu in possesso di n. 4 preziosissimi “Gronchi Rosa”, poi venduti in modo avventato), calcio (accanito tifoso romanista), enigmistica (vincitore ricorrente di concorsi “a premio”), fotografia, collezionismo (colleziona di tutto: lampade, conchiglie, libri di poesie romanesche, raccolte di barzellette, musica leggera, canzoni romanesche, libri di storia, mappe nautiche, film di Totò, Stanlio e Ollio eccetera) e passa il suo tempo libero a leggere e memorizzare di tutto…  ed anche di più!

         Il 17 aprile 2002 (esattamente 65 anni più tardi) si trasferisce nuovamente a Vallerano.  La figlia si è sposata, i nipoti sono ormai grandini. Con sua moglie,  malata, torna ad abitare in quella casa che lo aveva visto, per tanti anni, solo per il periodo estivo o per qualche urgente incombenza.

        Alla morte della moglie, particolarmente sofferta, decide di lasciare un ricordo di quanto, pian piano, è scomparso e, ancora, vede scomparire.

        Questa, telegraficamente, la sua vita colma di aneddoti, fatti, circostanze e ricordi, piacevoli e non, che tratteggia nei suoi piacevolissimi racconti distribuiti in otto fascicolo dattiloscritti.

         La lettura di alcuni brani ha favorevolmente impressionato il folto pubblico di presenti all’evento, generando commozione, silenzio, ilarità e… tanti applausi.

 

         Personalmente ho avuto l’onore di leggere uno di quei brevi ricordi (una richiesta fattami dallo stesso Raul qualche giorno prima della manifestazione).

         Il brano ha per titolo “La colonnetta” e pertanto, diceva Raul, non può che essere letto da un Vignanellese!

         Nel corso della lettura regnava un silenzio assordante. Le mie parole e le foto (molte delle quali gentilmente concesse da Biagio Biagiarelli) che scorrevano su di un maxi-schermo alle mie spalle, rendevano l’atmosfera emozionante, unica.

E allora voglio far conoscere a tutti voi quella breve lettura.

 

 

La “Colonnetta”
(Fasc. 4°, pag. 10  “I ricordi non finiscono mai” di Raul Poleggi)

 

Si tratta della zona a confine tra Vallerano e Vignanello subito dopo il bivio.

Viene tutt’ora così chiamata perché all’interno c’era una volta una colonna di peperino con base quadrata, alta 5 – 6 metri, una specie di “totem” che terminava con una banderuola (vedi foto).

Intorno c’era un ampio parco, non saprei se privato o comunale, comunque aperto al pubblico con alberi di castagne ed un prato su cui ci si poteva comodamente sdraiare.

Era frequentato da parecchia gente come punto di riposo dopo una passeggiata, nonché da ragazzi e comitive per passare qualche ora in allegria.

Non c’era luce, né acqua, anzi tutta la strada tra Vallerano e Vignanello era completamente al buio e perciò dopo il tramonto si andava tutti a casa.

Nella parte alta della Colonna, voluta dal principe Francesco Maria Ruspoli in occasione della venuta del Pontefice Benedetto XIII, c’erano due lapidi in travertino con iscrizioni in latino di cui:

- una, dalla parte verso Vignanello, celebrava il finanziatore dell’opera

 

FRANCISCUS  MARIA

PRINCEPS  RUSPULUS

VIAM  AMPLIOREM

APERUIT

ANNO  IUBILEI  MDCCXXV

        

(Il principe Francesco Maria Ruspoli
aprì una via più ampia nell'anno giubilare 1725)

 

- l’altra, nella parte verso Valleranno, celebrava l’evento

 

FELICI  FAUSTOQUE

BENEDICTI  XIII  P.O.M.

INGRESSUI

DIE  VI  NOVEMBRIS

ANNO  IUBILEI  MDCCXXV

 

(Per l'ingresso propizio e gioioso del pontefice Benedetto XIII
il giorno 6 novembre dell'anno giubilare 1725)

 

            Altre lapidi, in basso, collocate quasi sicuramente in data successiva, indicavano le distanze chilometriche  per  Viterbo, Roma e Siena  (forse anche Canepina).

         Dopo la guerra è sopraggiunto il famoso “Pietrone” con l’apertura di un bar, tavolini all’aperto, orchestrine, balli eccetera cosicché tutto il parco ha perso pian piano la sua attrattiva.

         L’area non è più accessibile in quanto è stata modificata e, in periodi diversi, completamente edificata, mentre la colonna in questione fu collocata (chissà poi perché ?) all’interno di Villa Manuela Angela (attualmente  proprietà Stefani).

         Quando ero ragazzo tutta la zona era spesso teatro di battaglie a sassate tra Valleranesi e Vignanellesi ogni qual volta che per vari motivi litigavano tra loro.

Tutte le scuse, anche le più banali, erano valide per dar luogo al lancio reciproco dei famosi epiteti di “patalocchi” per i Valleranesi e di “corvi” verso i Vignanellesi (nel dialetto valleranese  viene chiamato “patalocco” un uccello rapace notturno, il cui vero nome è “allocco”, simile al gufo).

         Comunque, i tempi sono mutati e la vecchia ruggine può considerarsi ormai sparita, in quanto tra gli abitanti dei due paesi sono sorte numerose amicizie e stretta collaborazione in tutti i campi, sfociate anche in vari matrimoni.

         Ciò senza contare che parecchie famiglie di Vignanello hanno trasferito la propria residenza, in questi ultimi anni, in territorio valleranese nella zona della piscina (Vignano), diventando pienamente… (beh… diciamolo come battuta spiritosa) “patalocchi” a tutti gli effetti.

 

Per Raul

 

Dopo la lettura di questo brano, che in qualche modo accomuna due paesi, desidero aggiungere un contributo personale a questa magica serata.

         Ho il piacere e l’onore di stringere, con Raul, una sincera  amicizia. 

E’ un’amicizia recente, poco più di un anno, ma certamente sentita in modo vicendevole. 

La sua mente limpida, la sua cultura multiforme, la sua vita, le sue passioni, i suoi momenti difficili manifestati con sincerità, sono stati spesso motivo di piacevole e disinteressata conversazione.

         Quando mi parlava delle sue “fatiche” letterarie, quando mi raccontava centinaia e centinaia di fatti vissuti, sapeva farlo in modo tale da farmi rivivere le sue esperienze, sapeva farlo trasmettendomi le stesse emozioni da lui provate in quei frangenti rendendomi, ogni volta, ammaliato ascoltatore.

         In più occasioni (quando credeva di destare poco interesse, in paese, con i suoi “ricordi”) l’ho stimolato a continuare la sua opera, a testimoniare quello che molti non ricordano o che non hanno vissuto, nella piena convinzione che le “radici” su cui poggia la civiltà ed il carattere di ogni paese devono essere “irrigate” da una ricorrente e salutare “pioggia” di significativi e curiosi ricordi.

Questo è ciò che Raul ha fatto, che ha voluto trasmettere, che l’intera popolazione recepisce e condivide con amore, come un sentito simbolo di “valleranesità”.

         Personalmente coltivo la medesima passione per i ricordi di fatti, circostanze e personaggi che non ci sono più e mi ostino, come Raul si ostina, per far sì che nulla vada dimenticato, perduto… quasi fosse stato inutile.

         Questo ci trasmette Raul con i suoi “fascicoli” preparati con amore e pazienza certosina. Raccogliamo la sua sfida lanciata contro il tempo che fa dimenticare e complimentiamoci per questo “germe posto a dimora”.

Grazie Raul, dal più profondo del cuore.

 

Con stima ed affetto   Tommaso  Marini   Vallerano, 22 agosto 2012

 

 

Claudia Ruspoli e la Pro loco di Vignanello

Vi invitano ad un sogno di una notte di fine estate

ABITO COLORE DELLA LUNA

31 agosto 2012  alle ore  22,00

Piazza della Repubblica – Vignanello

 

Altrettanto gradevole ed indovinata la sera  ta (e nottata) che donna Claudia Ruspoli, con la collaborativa disponibilità della Pro loco, ha voluto riservare a se stessa, per il suo compleanno, ed ai Vignanellesi, per la conclusione di un’estate piena di emozioni.

La serata la racconto per sentito dire.  Un “sentito dire” disinteressato e, nel contempo, misurato e veritiero. Cercherò, pertanto, di essere solo un fedele cronista.   

All’interno del Castello Ruspoli e del magnifico giardino all’italiana tutto è stato “grande”: il  numero d’invitati, le presenze nobiliari e di spettacolo, l’entità del numero di “figuranti”, la fastosità coreografica, la impeccabile organizzazione,  l’effetto scenografico “a sorpresa” che ha ammaliato gli ignari invitati, l’abito, “colore della luna”, elegantemente indossato da una  emozionata donna Claudia.  

 

         Gli invitati venivano accolti nel parcheggio privato situato al termine del Barco Ruspoli, annesso al Giardino, percorrevano i viali del bosco di lecci illuminati da fiaccole, imbattendosi, durante il percorso, in svariate manifestazioni gioiose con sbandieratori, cavalieri, falconieri, giocolieri, tamburini, funamboli, fino a raggiungere l’area dei magnifici giardini all’italiana dove erano stati sistemati i tavoli per i commensali.

 

 

 

 

Ai lati del ponte levatoio interno, quello per il giardino, ondeggiavano due immensi arazzi, con gli stemmi di famiglia, srotolati dalle finestre dei piani nobili. Bellissimo lo spettacolo offerto dal Castello Ruspoli sapientemente illuminato.

         La cena degli ospiti si conclude con il rituale taglio della torta effettuato da una donna Claudia (in acconciatura irreale, proprio come il suo originale abito) che, visibilmente commossa, ringrazia gli intervenuti.

         Al termine del breve discorso segue un fragoroso battimani interrotto da una visione inaspettata. Improvvisa si innalza, dalla penombra delle limonaie, “un’immensa luna” bianca, splendente, maestosa che trascina con se una donna eterea, volteggiante, bellissima per l’eleganza nei movimenti.

         Un “Ooohh !” di stupore non mi è stato riferito, ma ritengo che abbia di certo accompagnato quell’esibizione irreale, fiabesca.

         Poi la “luna bianca” discende e la sua bellissima passeggera consegna una rosa augurale a donna Claudia e ad un’altra festeggiata speciale: Mathilda Melusine Ruspoli, da poco diciottenne, figlia del compianto “Dado” Ruspoli e della bellissima Theresa Patricia Genest.

 

         Ma la serata, ho già detto, era anche per i Vignanellesi.  Bar e ristoranti si erano prestati per la buona riuscita di questo evento un po’ particolare.  Avevano riempito la Piazza di tavoli e seggiole garantendo, per chi avesse voluto, la somministrazione della cena (a pagamento con menù fisso e prezzo concordato) in attesa di quello che, si prevedeva, sarebbe avvenuto.

         Al termine dei festeggiamenti privati, donna Claudia lascia i suoi invitati per brindare con le tante persone che hanno voluto formularle, in modo anonimo, gli auguri di buon compleanno.  Gli auguri vengono contraccambiati con l’offerta di vino e dolci alle tante persone presenti in Piazza.

         Ma lo spettacolo non è ancora finito:  quella “immensa luna” bianca, splendente, maestosa che trascina con se una donna eterea, volteggiante, bellissima per l’eleganza nei movimenti, sorge improvvisa al di là del ponte per San Sebastiano: ed è uno spettacolo unico, sconvolgente, bellissimo.

         La visione di quella “immensa luna” bianca, ora, genera un “Ooohh!” di meraviglia a cui non si sottrae nessuno dei presenti ed è un’esclamazione che viene dal cuore e che serve a rivalutare e ringraziare una persona che forse non si riteneva fosse così affettivamente legata a Vignanello e ai suoi abitanti.

 

         Grazie donna Claudia, grazie da parte di tutti, anche dal sottoscritto che nel corso dei preparativi immaginava maggiore sobrietà.

         Complimenti ancora per l’ottima riuscita della sua festa e mi consenta di augurarle, insieme a tanti altri Vignanellesi, i miei personali auguri di Buon Compleanno.

 

         Bene!  Come tutte le cose anche questo agosto ha avuto la sua fine, certamente più spettacolare delle altre ma pur sempre una fine!

 

         Prepariamoci per tempo al prossimo agosto e speriamo che risulti più intenso e ancor più frizzante di quello appena trascorso.

 

         Saluti cari

 

Vignanello, li 15 settembre 2012 

 

                                                                           Tommaso  Marini

 

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