28.10.07
Della relatività...
di Vincenzo


Non so bene che c’entra quello che sto per scrivere con questo sito, ma mi viene così... Riflettevo proprio oggi sulla relatività delle cose.

Albert Einstein con la sua teoria della relatività ha sconvolto il mondo della scienza e non solo. Non è questa la sede per mettersi a parlare della relatività nella fisica, ma delle sue analogie a livello più generale sì, giusto per passare due minuti. 

La realtà che si osserva non è mai unica, essa dipende dal punto di vista dell’osservatore e dal suo sistema di riferimento, la realtà non è assoluta, non è una, ma è relativa. Relativa alla prospettiva da cui la si affronta, al modo con cui la si descrive, all’emozione con cui ci si pone. Ad alcuni potrà sembrare un’affermazione banale, per altri non lo è affatto, altri ancora invece sostengono che non sia sempre valida, in quanto alcune realtà sarebbero assolute, tali e quali da qualsiasi punto le si osservi, sarebbero quelle e basta.

In verità ognuno di noi sperimenta quotidianamente la relatività delle cose. Non parlo di cose complicate. Alla stessa temperatura io posso aver freddo ed un altro no. Un’opera d’arte per alcuni può essere attraente, per altri, completamente muta. Se a due persone si chiede cosa è più importante nella vita, raramente daranno la stessa risposta.

In ogni istante della nostra esistenza, posti davanti a un nuovo evento, viviamo sensazioni, scambiamo emozioni, opinioni, operiamo delle scelte, reagiamo in base alla nostra indole e spesso diamo per scontato che chiunque avrebbe reagito allo stesso modo, come se il “nostro” modo fosse il migliore, o addirittura l’unico possibile, ma questo ovviamente non è vero. Lo stesso evento è vissuto da due persone in modo completamente diverso. Sono diverse le sensazioni, le emozioni e di conseguenza le reazioni e le scelte.

E’ in questo modo che ognuno di noi costruisce il suo percorso di eventi, il suo personalissimo ed unico tracciato in mezzo ai mille bivi che continuamente si presentano. Alcune svolte sono più semplici, altre più sofferte, ma anche questo è relativo. C’è chi accoglie in modo costruttivo anche l’evento più catastrofico e chi non riesce a gioire nemmeno nei momenti più sereni.

Bene, vedo che sto perdendo il filo del discorso, a voi pochi che state ancora leggendo questi sproloqui regalo un frammento della saggezza di Carlos Castaneda, per il quale ringrazio Massimo Fornicoli, che qualche sera fa, come per magia, l’ha tirato fuori da una delle sue stupende pile di fogli, giornali e appunti...

La strada

Ogni strada è soltanto una tra un milione di strade possibili. Perciò dovete sempre tener presente che una via è soltanto una via. Se sentite di non doverla seguire, non siete obbligati a farlo in nessun caso. Ogni via è soltanto una via.
Non è un affronto a voi stessi o ad altri abbandonarla, se è questo che vi suggerisce il cuore. Ma la decisione di continuare per quella strada, o di lasciarla, non deve essere provocata dalla paura o dall’ambizione.
Vi avverto: osservate ogni strada attentamente e con calma. Provate a percorrerla tutte le volte che lo ritenete necessario. Poi rivolgete la domanda a voi stessi, e soltanto a voi stessi.
Questa strada ha un cuore?
Tutte le strade sono uguali. Non conducono in nessun posto. Ci sono vie che passano attraverso la boscaglia, o sotto la boscaglia.
Questa strada ha un cuore?
E’ l’unico interrogativo che conta.
Se ce l’ha allora è una buona strada.
Se non ce l’ha è da scartare.

Da Don Juan, di Carlos Castaneda.