06.01.08
Chi si nasconde dietro alla Befana?... e allo Spione?
La festa del 6 gennaio è molto più antica di quanto si possa immaginare
di Vincenzo Pacelli

Per ultima arriva la Befana, un po’ in sordina, dopo la spettacolarità del Natale e la goliardia del Capodanno. Ma in pochi sanno che fra queste tre date, la più antica ad esser festeggiata forse è proprio l’epifania. Già, perchè questa ricorrenza, che la Chiesa associa all’arrivo dei Magi con i loro doni, e quindi alla nascita di Gesù, è in realtà più antica di questo evento. Stupore!?! Ma neanche tanto... Come molte altre celebrazioni pagane, anche l’arrivo di questa misteriosa vecchina è stato furbescamente sovrapposto ad una festa che nulla aveva a che fare con la religione cristiana. Sì, va bene, ma chi lo dice?... Dunque, andiamo per ordine.

Se si prende un comune dizionario e si cerca l’etimologia di Befana, si trova che questo termine è la trasformazione del latino epiphania, derivante dal greco epiphaneia, che significa: manifestazione, apparizione.
Il riferimento alla nascita di Gesù, apparizione e manifestazione di Dio in terra, è fuor di dubbio. Dal latino epiphania, con il trascorrere dei secoli, si sarebbe passati a epifania, quindi a bifania, befania e infine befana, che avrebbe dato il nome alla vecchia che porta i doni.
Nulla da eccepire, è sicuramente convincente e verosimile, e risulterebbe quindi confermata l’origine di questa festa in epoca cristiana, ma riflettendoci un attimo, vi chiedo: «Per quale motivo la nascita di Gesù, che è il figlio di Dio, la sua manifestazione nel mondo, la sua epifania, celebrata nel giorno in cui ha ricevuto i doni dai re magi, sarebbe stata ricordata dai cristiani con l’arrivo di una brutta vecchia con le scarpe rotte che porta carbone ai bambini cattivi? Da una parte abbiamo tre re, dall’altra una vecchia. Non è un tantino inverosimile questa trasformazione dei tre magi con i cammelli, in una vecchia con la scopa?».
Inoltre, sempre secondo la tradizione, la Befana sarebbe una strega. Perchè associare questa figura, che nella storia non ha certo goduto di una buona reputazione, alla nascita del redentore? C’è qualcosa che non torna... Non tirate fuori, per favore, la storiella della donna alla quale i re magi chiedono informazioni non riuscendo a trovare Gesù... Suvvia!

Per districare la matassa non si può fare a meno di porsi un dubbio. Potrebbe darsi che la Befana non c’entri niente con l’epifania e quindi con la nascita di Gesù? Potrebbe essere l’ennesimo caso in cui ad una festa pagana sia stata sovrapposta una celebrazione cristiana? Se è così, chi è, in realtà, la Befana? Chi si cela sotto le vesti lise della vecchia con la scopa?...

Naturalmente non sono stato io il primo a pormi questi interrogativi, c’è stato chi ci ha studiato a fondo ed ha scoperto cose molto interessanti.
Nello splendido libro Una casa senza porte, Claudia e Luigi Manciocco affrontano proprio questo discorso ed arrivano a delle conclusioni degne di nota.

Per prima cosa, non sono soltanto i cristiani ad avere una figura femminile anziana che porta doni ai bambini. Questa tradizione è radicata in molti popoli e in diverse culture attuali e del passato. In tutta l’area del mediterraneo, nell’antichità, le popolazioni pre-elleniche e pre-latine, all’inizio del nuovo anno, festeggiavano una mitica divinità progenitrice, una grande dea madre, protettrice del bestiame e portatrice di abbondanza.
BubonaI Latini avevano ancora questa dea ed il suo nome era Bubona. La radice bu- all’inizio della parola testimonia la sua origine legata appunto ai bovini, in quanto in latino il termine generico indicante i bovini è bos-vis, da cui derivano bubulinus (bovino), bubile (stalla per buoi), bubulcus (bovaro, bifolco, guardiano di buoi), bubalus (bufalo). Quest’ultima parola, mostra come la “b” intermedia sia soggetta a trasformarsi con l’evoluzione i “f” (bubalus – bufalo), mentre l’evoluzione di bubulcus, corrispondente all’italiano bifolco, è utile per dimostrare come la “u”si trasformi nel tempo in “i” (bubulcus – bufulcus – bifulcus).
Ora, sintetizzando molto, se applichiamo le stesse variazioni a Bubona, si ottiene Bifona, che non è così distante dalla parola su cui stiamo ragionando... Befana.
Se questa etimologia fosse corretta sarebbe come a dire che l’antica dea dei latini è rimasta viva nelle tradizioni dei loro discendenti, cioè noi, divenendo dal latino all’italiano, prima Bufona, poi Bifona, Bifana (ancora usato in dialetto) ed infine Befana. 
A conferma di questo ci sono molte varianti dialettali italiane, che ricordano con evidenza la parola originaria, a titolo d’esempio: bufania (Basilicata), bofania (Campania), pufana (Emilia Romagna), bifania (Calabria), babania (Trentino)...
Ma la cosa più interessante è che i latini non sono stati i primi a venerare questa dea, ritroviamo infatti Buba o Baba in Turchia, Grecia ed Egitto. Il termine baba significa nonna in diverse lingue slave e in greco dialettale ed indica spesso una figura di spauracchio infantile in molte lingue. Oltre alla baba esiste poi il suo corrispettivo maschile, ossia il bubo, o bobo o anche bau che viene ugualmente utilizzato per mettere paura ai bambini.
E qui si ha la soluzione del mistero di un’altra ben nota tradizione, squisitamente vignanellese, quella dello Spione.
La Befana, di fatto, almeno a Vignanello, arriva accompagnata da un personaggio inquietante: lo Spione (o meglio: i' Spione), il quale sia per l’aspetto che per la sua funzione, altri non è se non una versione particolare del Bobbo, che mette paura ai bambini, appostato nel buio e pronto a portarli via se non fanno i buoni. Ecco quindi che il Bobbo, alias i' Spione, discendente dal Bobo dei latini, è perfettamente legittimato a presentarsi il 6 gennaio insieme alla vecchietta, ad ulteriore conferma della remota parentela fra l’antica Baba e la moderna Befana.
   
KubabaNaturalmente il discorso è molto più complesso ed articolato e non mi permetto di annoiarvi oltre su queste pagine, per chi fosse interessato consiglio la lettura di Una casa senza porte, di Claudia e Luigi Manciocco, edizioni Melusina, Roma 1995.
Se la loro ipotesi è fondata, quella che continuiamo a festeggiare ogni 6 gennaio è Kubaba, un’antica regina dei Sumeri, vissuta fra il 2500 e il 2300 a.C., successivamente divinizzata, venerata da Ittiti, Assiri, Mitanni e più tardi da Frigi e Lidii, con il nome di Baba.
   
Ci sarebbero tante altre cose da dire in proposito (tipo: perchè scende dal camino?), ma si è fatta una cert’ora ed è meglio che mi fermi qui.

Buona Befana-Bubona-Baba-Kubaba a tutti quanti!