16.05.09
Debbo la mia esistenza ad un terremoto
(titolo preso in prestito)
di Umbe1921

13 genn. 1915 - Alle ore 7,40 una scossa di terremoto del XI grado della scala Mercalli distrusse quasi per intero la città di Avezzano. Fra le oltre 10.000 persone morte (su circa 13.000 abitanti) due mie zie (vedi foto sopra) facenti parte di una famiglia di undici membri. Unica sopravvissuta mia madre, estratta dalla macerie dopo ben quattro giorni, da un infermiere dell’Ospedale Militare Celio di Roma.
   
Fu inviata, insieme ad altri orfani, in un Istituto di Roma a cura dell’Opera Nazionale di Patronato “Regina Elena”. Ricercata da quell’infermiere e ritrovatala, iniziò per lei una nuova vita (vedi foto qui a fianco).
   
Qualche tempo dopo (1919), la Croce Rossa Italiana, aderendo ad una richiesta dall’Amministrazione comunale, inviò a Vignanello quell’infermiere, per ridare vita ad un Ospedale, che era stato usato come lazzaretto a seguito di una epidemia di spagnola.
E qui ebbe inizio la mia storia.
 

 

   
Nota curiosa:
Mia nonna paterna, erbivendola in un quartiere di Roma, conobbe ai mercati generali un uomo di Vignanello che faceva lo stesso mestiere. Mia madre (in stato interessante) la prima notte di permanenza a Vignanello, dormì insieme a due figlie del predetto erbivendolo.
Qualche tempo dopo, un altro signore di Vignanello, non sposato (omonimo di mio padre, toscano di origine), ricevette una cartolina da Roma, con saluti e baci da persona che egli non conosceva neppure lontanamente.
Nel tempo non ci fu alcun particolare legame con le predette persone, eppure… eppure una delle due donne, con cui mia madre condivise il letto, diventerà suocera di mio fratello, e quel signore della cartolina, mio suocero... Stranezze della vita

Umbe1921