20.02.09
Un ricordo allo specchio
di Maxfor

A fine anni ’80 con sorpresa una sera mi trovai ad essere imitato dal Salone Margherita a Creme Caramel magistralmente dal poliedrico Oreste Lionello. Gli riusciva bene credo per quella sotterranea ironia che ci accomuna, uso il presente poiché un vero artista rimane sempre vivo nel cuore di tutti. Conducevo a fine anni ’80 una rubrica televisiva di pochi minuti prima del TG2, elargivo per così dire delle blande previsioni per i dodici segni dello Zodiaco. Proprio affinché non suonassero come ammonimenti, avevo un tono pacato, tenevo la mia voce senza inflessioni era quasi ipnotica contrastata dalla sigla di sottofondo molto ritmata.

Il semiologo Ugo Volli nel suo libro il Linguaggio dell’astrologia disse che ero: “uno scampolo di Medioevo, in divisa da santone orientale – barba e capelli lunghi, occhialini, abito vagamente indiano...”.
Ebbene tutti questi ingredienti mirabilmente riprodotti, e soprattutto la voce, faceva dell’attore un mio sosia quasi perfetto, molto più ironico. Se è vero che si ha successo se si imitano persone note, è altrettanto indubbio che grazie a questa imitazione aumentò improvvisamente la propria popolarità. Una montagna di lettere arrivarono in redazione e spesso venivo additato, girando per le strade di Roma, come fossi io la copia e lui molto più incisivo, l’originale.

Sono molto grato a Lionello, mi ha dato delle sensazioni particolari, come vedersi ad uno specchio speciale riempiendomi di allegria. Non sono triste perché il buon umore era ciò che si era imposto di donare a noi tutti, mi piace ricordarlo con un aneddoto. Per fare un esempio del suo ironico approccio col mondo in qualsiasi circostanza ecco cosa mi raccontò proprio dietro le quinte del Bagaglino.
Una volta ricoverato per un malore in clinica al risveglio chiese ad un suo amico cosa fosse accaduto. “Hai avuto un infarto” gli venne risposto, e lui di rimando: “Perché gli ictus erano finiti”!

A riveder le stelle caro Oreste