Questionario del Puzzoloso

Letizia
Bartocci
pubbliche relazioni
per un network
europeo


29 anni

Gand (Belgio)

Giuseppe
Testa

musicista atipico e appassionato
di letture anomale


35 anni

Vignanello

a cura di Massimo Mastrangeli

1. Che cosa rappresenta per te la televisione?
Al momento un oggetto di dubbio gusto adagiato su una Singer di seconda mano acquistata anni fa in un mercatino dell’usato a Gent (la Singer), ma fortunatamente mi fa da supporto video per il lettore DVD.  Una buona possibilità per non pensare. Per spegnersi in allegria nella consapevolezza di non essere mai soli in questa specie di discesa senza fine. Io la amo la TV, questa cara vecchia scatola magica che si è fottuta i miei anni migliori. 
2. A chi si rivolge la televisione?
Non smetto di andare mentalmente fuori tema, continuando a domandarmi a chi si dovrebbe rivolgere la televisione (mi sento come il pesce Dory in Finding Nemo) ma cerco di andare per ordine. In maniera populistica dirò che la televisione si rivolge a tutti, perché dotata di forza-immagine, perché facile e (ahimè) quotidiana, non impegnativa, spettacolare, caciarona, nazional-popolare che ci piace tanto, insomma per tutti (qualcuno aggiungerebbe: per tutti quelli che non scelgono, non prendono parte, non si sbilanciano e mi sentirei di capirlo). A tutti. Indistintamente. Nessuno escluso. Avete presente una prostituta?
3. Quale impatto pensi che abbia la televisione sull’identità e sulla cultura di una nazione?
Non molto edificante. Se ad esempio un ignaro spettatore (straniero), che paradossalmente non sia mai venuto a contatto con la nostra cultura, con tutti gli stereotipi ed i luoghi comuni che (ari-ahimè) ci caratterizzano, ma anche con tutta la storia e le glorie e bla, bla, bla accendesse la televisione oggi, per esempio su Rai 1, ma mettiamo che sia pure spocchioso e abbia la parabola (come il buon samaritano) e mettesse su Canale 5, cosa penserebbe di noi, degli italiani come ricevitori dei contenuti mandati in onda, della nostra cultura e della nostra funambolica identità? Bhè, senza necessariamente essere un osservatore troppo scrupoloso, penserebbe che siamo la parodia di noi stessi, che siamo volgari e propagandistici ma allo stesso tempo assolutamente prevedibili, spogli di opinioni e semplificati: cattivo/buono, bello/brutto, tette/culi. Se fosse un antropologo forse troverebbe ispirazione e conferma nel mito romantico e sentimentale del buon selvaggio, alla faccia della cultura secolare e delle idee belle. Se fosse dotato di senso dell’umorismo penso che forse ci riderebbe pure lui un po’ su (tra Berlusconi che fa le corna nelle foto e gli ammiccamenti languidi delle signorine botulinate della prima serata) e cambierebbe velocemente canale (sono andata fuori tema?)  Pesantissimo. In Italia credo sia stata fondamentale. Prima di Mike Bongiorno il nulla, dopo di lui il nulla comodamente adagiato su di un materasso.
4. La televisione è una “cattiva maestra”?
Sarò polemica, ma vorrei spogliare la televisione di ruoli che penso non dovrebbero esserle attribuiti: la televisione non è maestra, e non essendo tale non riesco a darle nessuna caratteristica sia essa buona o cattiva. La mia maestra si chiamava Angela Floresta e mi ha insegnato a scrivere, a leggere, a fare di conto. Personalmente non riconosco altri meriti se non a lei. 
La peggiore in assoluto. L’unica televisione
buona è una televisione spenta. 
5. Introdurresti l’obbligo di conseguire una “patente” per poter fare televisione e/o per poterla vedere?
Sicuramente per farla. E mi piace immaginare, in maniera un po’ naif lo riconosco, che magari si innescherebbero meccanismi tali da indurre autonomamente lo spettatore a fare autocoscienza, ad assumere delle posizioni più critiche, addirittura si prenderebbe il diritto di scegliere fino al punto di scremare l’audience, o (seguendo una nomenclatura cara ai realities) di auto-eliminarsi, tirarsi fuori quando ciò che viene trasmesso non soddisfi le richieste dell’utente, sicuramente in maniera più responsabile. A che scopo? Lo trovo inutile.
6. Molti intellettuali, tra cui in testa il prof. Sartori, 
sostengono che l’iperstimolazione visivo-iconografica dovuta in primis all’esposizione alla televisione
infici pesantemente il completo sviluppo delle capacità cognitive delle persone (specialmente giovani). 
Cosa ne pensi?
(A malincuore) non potrei essere più d’accordo. Qualunquistico o scontato come può sembrare, la televisione tende a semplificare ciò che non può per sua stessa natura e non deve per sua stessa aspirazione essere semplificata: la realtà. La realtà è multidimensionale, è bella perché complessa, non può essere banalizzata, rinchiusa in un palinsesto televisivo, in una meta-vita come i realities, in una formula organizzata per processi logici, nelle immagini urlate. Controllare o semplificare la realtà implica un impoverimento dell’utente-uomo e del suo intelletto, un incartapecorimento culturale, lo svuotamento dei contenuti, causa effetto di quel fenomeno meglio conosciuto come rincoglionimento. A malincuore penso che capiti a molti di osservare come in percentuale i più rincoglioniti siano proprio i giovani (siamo proprio noi giovani nonostante gli –enta che avanzano), sarà perché invece di ascoltare le storie dei vecchi e delle guerre siamo stati esposti a quelle di Maria de Filippi e Michele Cocuzza. Il fatto che un intellettuale perda tempo su sciocchezze simili la dice lunga. 
7. Come vedresti organizzato il palinsesto della tua televisione ideale?
Vorrei che dalle prime ore del mattino la voce di Ascanio Celestini mi racconti tutta la verità, una filodiffusione di verità in romanesco: dalle miserie di casa nostra alla politica internazionale, senza colori e tanti giri di parole, zuccherini o fiocchetti per le occasioni, ma solo numeri, fatti, dichiarazioni in lingua originale con i sottotitoli se necessario, niente spettacolarizzazione o speculazione. E poi vorrei almeno un paio di orette giornaliere di ‘Avanzi’, ‘Pippo Kennedy Show’ o ‘L’ottavo Nano’, Enrico Vaime che piace tanto a mamma, papà e zia, un po’ di la Storia Siamo Noi, Cetto la qualunque a commentare la giornata politica, Ariel il filippino di Zelig a leggere il meteo, un po’ di Montalbano fa sempre bene allo spirito e poi rassegne di film.  Cartoni dalla mattina alla sera. Non pretendo di essere compreso. Non aspettatevi comprensione da me. 
8. Che cosa sono i reality-show?
Ad essere ottimisti materiale per voyeristi…direi quasi alla stregua di facebook…? (ops!) Un modo soft grazie al quale la pornografia ha fatto il suo bell’ingresso dalla porta principale di milioni di case e di famiglie bene dove fino a ieri si diventava ciechi a giocare col pistolino.
9. La televisione consolida la memoria (sia storica, sia neurologica) o la indebolisce?
Non nego il ruolo fondamentale svolto dalla televisione come strumento di testimonianza e di memoria storica, ma non posso non pensare a quello in cui si va trasformando: la televisione fa sempre di più la storia, incide sulla memoria collettiva creando miti, si sostituisce a volte agli eventi, decide sempre in maggiore misura (tenendo conto dell’agenda politica o delle strategie di mercato) ciò che sarà raccontato, sviscerato, studiato e ricordato e quello che invece è meglio non lasciare a futura memoria. Senza sembrare troppo apocalittica penso che se la televisione non aliena completamente la memoria storica, sicuramente incide affinché essa risulti deforme. Oh cavolo e come faccio a saperlo io? Non ricordo più nemmeno la domanda… né il perché m’è stata fatta… 
10. Cosa pensi che capirebbe del mondo un bambino che guardasse la televisione di oggi?
Che forse è meglio rimanere bambini e continuare a guardare Capitan Arlock (ammesso che esista ancora...)? I bambini sono stupidi. La televisione viene incontro alle loro elementari esigenze: voci, luci, colori, suoni…
11. La televisione stimola la socializzazione o induce all’isolamento?
Ma direi un vuoto pneumatico carico a 5 atmosfere... Direi che stimola la socializzazione coi peggiori elementi della nostra specie. 
12. Come giudichi la qualità dei programmi televisioni attuali?
Mortificante Inesistente. 
13. Sai cosa è e come funziona l’Auditel?
Intendi quella truffa ai danni del consumatore? Quel campione statistico ridicolo che dovrebbe indicare le preferenze di sessanta milioni di italiani e che invece di indicare (ammesso che lo faccia) l’indice qualitativo, ti raccatta su un paio di numeri e te li spaccia pure per buoni? Correggimi se sbaglio. Sono cresciuto con la TV, il mio concetto di approfondimento con lei non va oltre alle funzioni oscure del telecomando.
14. E’ vero che la televisione nazional-popolare fornisce i contenuti che la gente si merita e/o vuole?
Amaramente si. Assolutamente falso. Si merita molto di peggio. Per quanto si faccia non si riesce mai ad accontentare tutti.
15. Preferisci essere informato dalla televisione, dalla stampa o da altre fonti (quali)?
Internazionale tutta la vita, l’Espresso e poi Altrainformazione.com e valangate di Repubblica.it, e per parcondicio il Corrierone.it. Per fortuna che esistono le newsletters di Antennedipace, di HumanRightsWatch e di altri organismi seri per sapere un po’ più di quello succede in giro per il mondo. Preferisco non essere informato. Non trovate frustrante sapere il perché delle cose che accadono e non poter far nulla per evitarle?
16. Se fossi il direttore di un telegiornale, quale ordine di preminenza daresti alle tipologie di notizie?
Tanta politica nazionale e altrettanta internazionale, fuori tutti gli specchietti per le allodole ad hoc / quando - è - meglio - che - si - parli - di - altro: Siniori e Siniori ecco che arriva scoppiettante Cogne e rocambolesco il plastico di Erba, l’ultima ammazzatina di Perugia, l’ever-greeen dell’estate troppo calda e dell’inverno troppo freddo, starlette e Briatori…insomma, i siparietti lasciamoli a Pingitore.  Il TG4 apre sempre con la preoccupante situazione meteo in cui versa il paese per chiudere con le previsioni del tempo. Voi lo imitereste? 
17. Ritieni giusto pagare un canone alla televisione pubblica?
NO in quanto non offre un servizio pubblico da emittente pubblica, insomma sarebbe come pagare il pizzo ad un ossimoro.
NO perché qualora fosse chiara la sua vocazione commerciale si chiamerebbe Mediaset (Lapsus!) e quindi ci rincoglioniremo di pubblicità e non solo, ma quanto meno a gratisse.
NO perché dopo la beffa (vedi sopra) pure il danno: disinformazione e gestione dell’agenda politica, ma dico siamo matti?
NO (scusa peccherò di ingenuità) ma l’informazione pubblica dovrebbe essere libera da qualsiasi strategia di mercato o share, ed io non voglio essere complice di tanta bassezza morale.
(e perdona l’accento vagamente propagandistico, ma mi scappava)
Ognuno è libero di buttare i propri soldi come meglio crede. 
18. Quale posizione e quali prospettive pensi che abbia la televisione
nel confronto con alternative emergenti, quali Internet a larga banda e file-sharing?
Nonostante le sacche di resistenza ed i ritardi (calcolati?) nella diffusione della banda larga e dell’alfabetizzazione informatica, penso e spero che quell’oggetto di dubbio gusto che fa bella mostra di se nelle nostre cucine, sarà lentamente riposto in soffitta. A meno che non decida di fare autocoscienza, di rinnovarsi e di professionalizzarsi. E finalmente diremo addio al monopolio-messe della domenica mattina! La risposta interessante sarebbe quella a un’altra domanda: come si pongono le nuove tecnologie di comunicazione nei confronti di un dinosauro come la TV? Io trovo la risposta preoccupante. Voi? 
19. La gente ha fiducia in ciò che la televisione racconta?
Vista la qualità del servizio ed il continuo impoverimento, pensi che siano in molti a porsi questa domanda? Non ti nego che mi piacerebbe pensare il contrario, alla fine ho sempre creduto ai film che finiscono bene…  Si. Purtroppo. 
20. Cosa pensi potrebbe accadere se la gente smettesse di guardare la televisione?
Berlusconi sarebbe finalmente disoccupato e calvo, Pippo Baudo e Mike Buongiorno andrebbero finalmente in pensione e noi saremo liberi. Sarebbe maledettamente pericoloso. Se è vero che il sonno della ragione genera mostri non oso pensare alle conseguenze di un risveglio collettivo : )

- 14.02.09 -