Vignanello


Canepina


Fabrica di Roma


Gallese


Caprarola


Ronciglione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   Panorama di Vignanello agli inizi del '700

01.08.11

I colori del tufo

di Vincenzo Pacelli

 

Non ricordo ora dove e quando l’ho letto, né se fosse uno scrittore o un poeta a scrivere che la più spiccata peculiarità dei piccoli centri del Viterbese è quella di avere i colori del tufo, con le mura che si innalzano dalle ripide rupi con lo stesso colore della roccia sottostante, come fossero una prosecuzione naturale delle colline su cui sorgono, come fossero alberi di pietra fatti della stessa materia del suolo dai cui prendono il nutrimento. Bello vero? Suggestivo direi.

 

Di sicuro il poeta lo esprimeva con termini e modi migliori dei miei, ma spero di essere riuscito a dare l’idea con il mio breve riassunto.

 

Naturalmente fra i paesi del Viterbese rientra anche Vignanello, infatti anche il nostro centro storico sorge su una collina tufacea, con le mura delle case piantate sulla roccia che si innalzano fino ai tetti. E come Vignanello, naturalmente, sono i paesi qui attorno, più o meno vicini.

 

Per dare un’idea più chiara di quello che scriveva il poeta vi allego una carrellata di vedute di diversi centri, accomunati dalla peculiarità di sorgere su colline di tufo.

 

Senza allontanarsi troppo si può vedere Canepina, immersa nel verde, oppure Fabrica, dove spicca la torre farnesiana, e ancora Gallese, con la chiesa di San Famiano in primo piano.

Allontanandosi un po’ possiamo apprezzare il panorama di Caprarola, Ronciglione, Bomarzo, Vitorchiano, Bagnaia, fino ad arrivare a Ischia e Grotte di Castro, per finire, dulcis in fundo, scusate se è poco: Civita di Bagnoregio.

 

Tutti sono accomunati da questa armonia di colori che lega con differenti toni di rosso, bruno e grigio, le colline di origine vulcanica e le mura che circondavano gli antichi nuclei medievali, quasi sempre perfettamente conservati, dove le abitazioni sono un tutt’uno con quelle che erano un tempo mura difensive, sulle quali con il passare degli anni sono state aperte piccole (e poi più grandi) finestre, e poi balconcini ed immancabilmente i bagni esterni.

Ma tutto, bello o brutto che sia, è amalgamato da… i colori del tufo. Quei colori che tanto elogiava il poeta e che danno un tratto distintivo, caratteristico, a dei panorami che di per sé potrebbero non avere nessuna particolare bellezza architettonica, ma che grazie a questa particolare combinazione di tinte acquistano un valore aggiunto, un valore che andrebbe… valorizzato.

Non credo occorra essere architetti, ingegneri o storici dell’arte per capirlo. E’ piuttosto semplice. Sulle mura di tufo si legge la storia di un paese: i diversi tipi di blocchi utilizzati e gli spessori della malta ci danno informazioni sull’epoca in cui le mura (abitazioni) vennero costruite; dove cambia la tipologia dei materiali si possono scoprire le soprelevazioni e quindi sapere che le prime costruzioni erano solo ad un piano e che magari all’inizio del ‘700 vennero realizzati i nuovi livelli.

A volte dalle mura spuntano i resti di quelli che erano dei merli o i beccatelli su cui poggiava un camminamento delle guardie, insomma, sul tufo c'è il sapore del passato che anche il più piccolo ed insignificante borgo medievale possiede, e ce lo racconta semplicemente guardando quei blocchi che gli fanno cornice da secoli…

Tutto questo è leggibile sulle antiche mura e ci sono tesi di laurea, ricerche, pubblicazioni in merito. Ma al di là di questo (che potrebbe interessare ad una ristretta minoranza) rimane il valore estetico e poetico dei colori del tufo, il fatto che, come ho già detto, essi sono un tratto caratteristico dei paesi del Viterbese, un elemento fondante del territorio, un marchio da… denominazione di origine controllata.

E allora uno si chiede perché.

 

 

Bello vero? A parte i pallini bianche delle parabole sparse qua e là,
notate niente in basso a sinistra?... Provo a zummare

 

...ancora un po'.

 

 

Così va meglio. O meglio ancora la seguente, per una visone d'insieme...

 

 

...ed una prospettica.

 

 

Sia ben chiaro: qui non si sta contestando il lavoro, da elogiare, che si sta svolgendo a San Sebastiano e che riguarderà poi la piazza e tutto il corso principale fino all’arco del Molesino, dove sugli edifici è stata fatta una precisa indagine per rinnovare i colori originari.

Io mi sto solo chiedendo se la stessa operazione è stata fatta per questo edifico del centro storico, che di fatto costituisce una fetta delle mura esterne, vale a dire del panorama del paese, ossia le famose mura fatte di tufo che con i suoi colori...

 

Voglio dire: abbiamo deciso di ritinteggiare tutto il panorama di Vignanello? Oppure si è deciso di spezzare con la fetta in questione, tanto per dare un tocco di colore?!?

Io non lo so e non ho titoli per andare oltre nel discorso, ma visto ormai il precedente mi permetto di proporre puzzolosamente un gioco collettivo:

il TETRIS BUILDINGS.

Il primo blocco è stato posizionato, ora inizieranno ad arrivare gli altri. Partecipiamo numerosi e... buona partita a tutti!!!

 

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Panorama di Vignanello gli inizi del '700 - versione aggiornata

 

 

 

 

 

 

 


Bomarzo


Vitorchiano


Bagnaia


Ischia di Castro


Grotte di Castro


Civita di Bagnoregio