25.06.08
Enigmi umbertiani

E' alto come il Duce
ha lo sguardo come il Duce
ha la lingua che taglia e cuce
dorme e sente che ora è
indovina... si chi jè

p.s Io lo sò... e tu ?

Umbe1921

 

07.05.09
Denominazioni d'origine antica
di Umbe1921

Quali ragioni hanno determinato le seguenti intestazioni:

i DOA (Denominazione d'origine antica)

- i fosso e Puliano
- a costa e Piacciano
- i zoppo e Musacchi
- i sasso a lusio
- a forca i pizzo
- i casale a fame
- i fosso e sangola
- i ponte i peno
- a mola e trippi trippi
- e chiare funtane
- a signora i campanelli

....e chi più ne ha, più ne metta.

Umbe1921

  

09.05.09
Di pozzi, sassi e... campanelli
di Vincenzo Pacelli

Caro Umbe1921,
mi inviti a nozze, per quel che ne so, sono in grado di fornirti qualche soluzione al tuo quesito multiplo, poi rimarremo in attesa di altri interventi. Mi permetto solo di ricordare a tutti che sul bel calendario fatto quest'anno dal comitato festeggiamenti patronali, c'è una dettagliata mappa del territorio vignanellese con tutte le denominazioni delle varie zone di campagna.

i' zoppo 'e Musacchi,
ossia, il pozzo di Musacchi, zona attualmente corrispondente, appunto, a via Pozzo Musacchi, ricorda l'opera di uno scalpellino vignanellese della metà del '500, tale Giuliano Musacchi, proveniente da Settignano, che operò soprattutto nella costruzione nientemeno che del castello Ruspoli. Il famoso pozzo dovrebbe quindi trovarsi all'interno della zona in questione, ma ci sono pochi indizi su dove si trovi esattamente. La famiglia Musacchi a Vignanello si è estinta attorno alla metà dell'800.

i' sasso a lusio,
(anche detto i' zsassalusio, o sassaluzio in alcuni vecchi documenti)
si trova sulla strada per Corchiano, in atti notarili del '500 viene detto "sasso di Luzio".
Luzio (il latino Lutius) è il nome di un vignanellese dell'epoca, che diede anche origine al cognome Luzi o Luzzi (in latino Lutii) successivamente scomparso a Vignanello ma che ancora esiste nella nostra provincia. Probabilmente Luzio era il padrone di un terreno nei pressi del sasso oppure era legato ad un evento particolare in relazione ad esso.
Ricordo che nonna Imola da ragazzino mi raccontava una storiella proprio sul Sassalusio. Pare che anticamente sul grande macigno vi fosse una scritta che così recitava, o almeno così me l'ha riportata nonna: "Ricco diventerà chi me rivorderà", quasi ad indicare un tesoro nascosto sotto al sasso stesso.
Un bel giorno un contadino (o forse più di uno, ora non ricordo bene) decise di cimentarsi nell'impresa e dopo enormi sforzi riuscì a capovolgere il sasso, sulla parte inferiore del quale trovò un'altra scritta: "E mo' che m'ha rivordato, che cazzo ci ha' guadagnato?". Magari quel contadino era proprio Luzio, ricordato nel nome del sasso, ma chi lo sa, questo nonna non me l'ha mai detto, o forse me lo sono dimenticato io.

i' fosso 'e sangola,
prende il nome dalla mola che si trovava nei pressi del corso d'acqua. Sotto al rione Sant'Angelo infatti, vi sono ancora le tracce evidenti di un'antichissima macina azionata dal fosso, quando aveva una portata d'acqua di certo superiore a quella odierna.
Su documenti cinquecenteschi (sempre lì) la stradina in discesa che andava verso il fosso viene chiamata ancora "la via che va alla mola vecchia". Quindi la mola era già vecchia nel 1500!
Ma che c'entra la mola con la denominazione del fosso 'e sangola?
Zangola, in italiano, è il nome di un attrezzo di legno che veniva utilizzato per fare il burro: un recipiente con all'interno un asse verticale che ruotando trasformava la crema di latte in burro. Era quindi una piccola macina, o mola, azionata a mano, e parecchie volte il termine zangola è proprio utilizzato come sinonimo di mola.
I' fosso e' sangola (fosso della zangola) quindi, non sarebbe altro che il fosso della mola.

Link interessante di una zangola azionata con canalizzazione dell'acqua all'alpe Prabello in Valcamonica (foto) per avere un'idea della similitudine con la mola.

'a signora 'i campanelli,
ovvero, la signora dei campanelli, era uno spauracchio (tipo Orco o Bobbo, ma al femminile) che le mamme vignanellesi collocavano in fondo a quel vicolo che da sotto al palazzo con gli archi, in piazza, scende verso la costa a tramontana del paese. Era un punto piuttosto pericoloso, senza muretti di protezione, umido, pieno di muschio scivoloso e a strapiombo su valle maggiore. Come una strega, la signora, avrebbe attirato i bambini con il suono dei suoi campanelli, invitandoli ad affacciarsi sul precipizio e...

Quello che so termina qui, per ora, sarei tanto curioso di sapere tante altre cose anche sulle altre località, tipo, chi mai sarà stato Trippi Trippi? :-) Magari il padrone dell'omonima mola?... o forse un altro incubo per bambini, tipo la signora di pocanzi?... Ma temo che questi ed altri inquietanti interrogativi mi accompagneranno per il resto della mia esistenza...

Vincenzo