09.05.08
Memoria dell’Abate Don Venturino Bracci
Trovata all’interno di un carteggio
nell’Archivio Parrocchiale di Santa Maria della Presentazione di Vignanello

Nel Settembre del 1900 furono celebrate a Vignanello grandi feste in onore di Maria SS.ma Immacolata a ricordo del 1° Centenario del prodigioso movimento degli occhi avvenuto il 12 Luglio 1796 e del venticinquesimo del 2° movimento degli occhi avvenuto il 4 aprile 1875 nonché per dar sfogo alla gioia di tutto il popolo che il giorno 12 Luglio aveva potuto rivedere riaperta al culto la Chiesa di S. Giovanni Decollato dove si trovava il prezioso quadro dell’Immacolata.

Avvenuto il secondo movimento degli occhi le autorità civili e militari per rappresaglia ed odio alla religione d’accordo con il Vice Prefetto di Viterbo chiusero la Chiesa con la severa proibizione di accedervi per qualsiasi funzione religiosa proibendo persino la celebrazione della S. Messa. Il popolo di Vignanello scavò un foro nel forno attiguo alla Chiesa e caminando nel buio si porta all’altare della Madonna dove di nascosto si celebravano le S. Messe e si facevano funzioni.

Per 17 anni la Chiesa rimase chiusa al culto e durante questo tempo vi fu continua affluenza di popolo e di forestieri che passavano nel foro praticato nel muro per vedere e pregare la Madonna. Il sottoscritto più volte andò a servire la messa al fratello Sacerdote e più volte insieme alla mamma ed ai fedeli si è recato all’altare della Madonna incominciando ad amarla e venerarla teneramente seguendo nel pellegrinaggio la mamma che per testimoniare, oltre che dinanzi all’autorità ecclesiastica che compì il processo canonico, anche innanzi all’autorità civile a Vignanello e Viterbo, soffrendo persino le carceri.

Durante la chiusura furono fatti, a cura del Canonico D. Francesco Bracci di Giacomo, che tanto curò e diresse il […] durante tutta la sua vita, lavori di restauro della Chiesa, vi furono poste le catene per rafforzare la volta, furono demoliti degli altari essendo di troppo, il quadro della Madonna che era nel primo altare laterale in cornu epistolae dove ora è S. Francesco di Paola, fu portato all’altare Maggiore, ponendo il quadro di S. Giovanni all’altare in cornu Evangelii dove si trova tuttora, facendo nuovo l’ornamento di questo altare per renderlo simile all’altro che era stato adornato nel primo movimento degli occhi della Madonna del 1796. 

Dalla S. Congregazione si ottenne che la Chiesa fosse dedicata alla Vergine Immacolata e S. Giovanni Decollato, tanto che sul timpano della facciata esterna si leggeva “Virgini Immaculatae, S. Joannis Praecursoris Martiris” dicatum. Da una parte dell’altare dove era la Madonna, come testimonia la S. Visita del Vescovo Mengacci (archiv. della Curia Vescov di C. Castellana) vi era la scritta che ricordava il primo movimento degli occhi, che fu cancellata nella ripulitura che si fece della Chiesa, il sottoscritto l’ha ritrovata in un antico libro di memorie presso l’archivio della Chiesa Collegiata e su lastra di marmo l’ha posta in cornu Evangelii dell’altare maggiore in simetrico ordine con l’altra della parte opposta che ricorda il movimento del 1875.

Le feste del 1900 furono veramente grandiose durarono dal 7 al 12 Settembre e il quadro della Madonna fu portato nella Chiesa Collegiata artisticamente parata con damaschi e velluti e sfarzosamente illuminata con centinaie di lampadari da una Ditta Romana che prendeva parte agli addobbi di S. Pietro in Roma.
La Madonna fu posta in alto sull’altare Maggiore in mezzo a un trono di velluti e […] e frangie, il Vescovo Diocesano Mons. G. Ghezzi rimase in Vignanello per tutti i giorni di festa, vi furono predicazioni da parte di valenti oratori e tutti i giorni era un continuo affluire di Sacerdoti della Diocesi che domandavano di poter celebrare la S. Messa all’altare della Madonna; il Vescovo celebrava ogni mattina la Messa della Comunione Generale e per ben due volte fece solenne Pontificale, cosa molto rara in questi tempi) L’ultimo giorno, senza essere in programma, per volere di tutto il popolo, rivolle che la Madonna fosse portata in processione per tutto il paese e […] alle ore 11 del 12 Settembre la S. Immagine uscì dalla Chiesa Collegiata in mezzo a tutto il popolo acclamante e piangente di commozione fu uno spettacolo indescrivibile, i raggi del sole brillavano sul S. Volto di Maria SS.ma Immacolata il venticello ne agitava la tela e la Madonna sembrava vivente. Fu ripeto una giornata veramente ricordevole e vi furono anche delle conversioni o meglio richiami alla vita religiosa. Voglio narrare un fatto a cui ciascuno darà quel calcolo che vorrà, ma io voglio narrarlo volendo comprovare il mio superiore asserto. In quel tempo vi era in Vignanello il Medico chirurgo che si vantava di essere un mezzo ateo, così e no diceva e derideva, come del resto facevano i spiriti forti di allora, le ceremonie religiose … Io lo vidi genuflesso sopra una seggiola al passare della Madonna con le lagrime agli occhi in atto di così ammirevole posizione che fece stupire e piangere molti.
Per brighe paesane e persecuzioni ingiuste avvenute in paese dovette lasciare Vignanello e recarsi a Milano con tutta la famiglia, senza alcuna conoscenza in quella città e con i figliuoli di piccola età. La sua vita fu vita religiosa tanto che da mezzo ateo andava tutte le mattine alla S. Messa e faceva la comunione, come può testimoniare il sottoscritto che lo ha veduto in Vignanello praticare questa vita religiosa quando dopo alcuni anni, sistemata con decoro la famiglia, durante le vacanze estive tornava a Vignanello per qualche mese, e godeva di ricordare la processione della Madonna di quell’ormai passato 1900 e della nuova vita cristiana incominciata a praticare, per volere della Madonna, dopo quel giorno memorabile. 
Nella processione, come si vede nella foto, presero parte molti sacerdoti e a sinistra vicino al quadro della madonna si vede un chierico in tonacella che regge un cordone e fiocco ornamentale del quadro. Quel chierico è il sottoscritto Venturino Bracci figlio di Giacomo e di Eulalia Antonaroli nato a Vignanello nel 1880 che ebbe la grande gioia e consolazione di prender parte a quella indescrivibile processione dopo che da bambino più volte aveva servito la Messa all’Altare della Madonna ed aver presenziato ai lavori della Chiesa e preso parte come chierichetto all’apertura di essa il 12 Luglio 1896.

Questo chierico fu Ordinato Sacerdote il 6 Giugno 1903 e celebrata la 1a messa nell’Altare Maggiore della Chiesa Collegiata volle celebrare la seconda nell’Altare della Madonna Immacolata nella sua Chiesetta il 12 Giugno 1903. In questo altare celebrò la Messa del suo venticinquesimo di Sacerdozio e il 6 Giugno 1953 dinanzi alla Madonna compì il suo cinquantesimo della sua Ordinazione Sacerdotale. Era presente il Vescovo Diocesano e tutto il popolo di Vignanello che vollero fargli festa essendo ormai da molti anni divenuto Abate Parroco di questo Paese. Nel 1908 il Sommo Pontefice S. Pio X aveva regalato alla Madonna una bella pianeta a rose concedendo l’Altare Privilegiato e la messa votiva iuxta rubricas (vedi rescritto del Vescovo Ghezzi).
Fin dai primi anni del suo sacerdozio e specie divenuto Abate Parroco il sottoscritto aveva vagheggiato in cuor suo di poter fare incoronare la Madonna dal Capitolo Vaticano a cui spetta questo Onore. L’Immagine era prodigiosa, due volte aveva mosso gli occhi, il popolo di Vignanello divotissimo della sua cara, attribuiva a Lei le grandi grazie ricevute e l’amava sentitamente. Bisognava muoversi e trovare la via per riuscirvi.
Mostrò il suo desiderio alla Madonna e la pregò insistentemente perché gli concedesse questa grande consolazione.

Venne la guerra! L’ultima guerra disastrosa che si fece sentire in tutta Italia anche nei piccoli paesi che ne riportarono i segni immani dei bombardamenti e distruzioni. Vignanello sarebbe uscito incolume da questo disastro se la nequizia e l’inconsideratezza di pochi sconsigliati non avessero attaccato con mezzi insufficienti a solo scopo di appropriarsi di oggetti appartenenti ai Soldati Tedeschi in ritirata. Tutto procedeva con calma, i soldati nemici che avevano presidiato il nostro paese se ne andavano e quei di presidio nei paesi circostanti passavano senza dar minima noia, il sottoscritto era passato per tutte le contrade raccomandando a tutti la calma e la tranquillità ricordando che un antico adaggio dice: Al nemico che fugge ponti d’oro. Era proprio questo da augurarsi perché in mezzo a tanti disastri dei paesi circonvicini Vignanello non aveva ricevuti danni. Tutti furono concordi e la giornata si chiuse con queste promesse da parte di tutti.
Mi recai nella Chiesina a pregare la Madonna e dopo aver raccomandata la preghiera, la calma e che tutto fosse chiuso e al posto feci ritorno in casa dove passai la notte secondo il solito senza inconvenienti di sorta.
Sorse il mattino e recandomi a celebrare la S. Messa vidi dei forsennati con il fucile da caccia appostati in vari punti della via principale del paese. Erano pochi, senza ordine e senza comando, a qualcuno che potei avvicinare dissi: attenti a quello che fate!! e arrivato alla Chiesa Pregai non vi era più nulla da fare. Mi trovavo in chiesa quando ascoltai colpi di arma da fuoco, grida e schiamazzi da far rabbrividire. In mezzo a questo disastro volli tornare a casa per rassicurare mia sorella ed essere insieme a lei nell’ora che ormai si presentava fatale per Vignanello. Per la strada i tedeschi sparavano all’impazzata, in un croce via erano stesi tre morti …. Chi piangeva, chi gridava chi sparava colpi di mitraglia e di pistola …. era un inferno!!! Potei arrivare in casa dove mi rinchiusi aspettando gli eventi. Si sentiva il cannone da Nord e da Sud e per le vie il frastuono del combattimento o meglio il fragore della soldataglia tedesca che vendicava l’insulto ricevuto con minaccie ed esecuzioni capitali.
Poi tutto tacque attesi il mattino! e dopo recitato il breviario uscii di casa per rendermi conto di ciò che era accaduto.
Il paese era deserto non incontrai anima viva, mi recai nella Chiesa parrocchiale, tutto era a posto, le porte chiuse e nessuna manomissione, solo le campane erano state staccate dal Campanile con colpi di cannone e fatte precipitare a pezzi nella torre campanaria e la sfera dell’orologio che raccolsi in mezzo la piazza anch’essa staccata con un colpo di cannone.
Mi recai nella Chiesetta della Madonna …. rimasi sgomento quando mi accorsi che la porta era stata forzata ed aperta …. entrai trepitante e vidi la Madonna scoperta …. avevo tanto raccomandato di tenerla chiusa, di ben custodirla invece …. di tutte le Chiese, la sola aperta fu quella della Madonna in quella notte burrascosa. Mi dissero che alcuni soldati tedeschi erano entrati scassinando la porta, sul soffitto qualche colpo di pistola più nulla.
Entrando la Chiesa mi si presentò l’Immagine della Madonna in un aspetto nuovo quasi volesse dirmi: Vi ho salvati, ho salvato Vignanello, infatti per il nostro paese, dopo l’insulto, era stato decretato dai tedeschi l’incendio che grazie alla Vergine SS.ma non fu potuto effettuare per mancanza di tempo essendo d’improvviso sopravvenute le truppe alleate o i liberatori.
Non vi era più tempo da perdere. Bisognava incoronare la Madonna!! Il desiderio giovanile divenne spasimo e mi accinsi all’opera. Coadiuvato da due buoni amici feci i miei passi necessari, presentai la domanda al Vescovo per il Capitolo Vaticano e il giorno 8 Luglio 1950 mi fu annunziato che la mia domanda era stata accolta e che il decreto d’Incoronazione era pronto. Volevo che la Cerimonia fosse stata celebrata la Domenica 10 Settembre 1950, domenica tra la festa della Natività, ma il Cardinale Tedeschini a cui mi ero rivolto, mi rispose che in quel giorno non gli era possibile e sarebbe venuto il giorno 12 Martedì.
La Madonna aveva scelto il suo giorno Onomastico per una celebrazione così grande, per me insperata e tanto desiderata, come pure il 12 settembre che la prima volta era uscita festosa dalla sua Chiesa nel 1900 per benedire la popolazione di Vignanello. Descrivere quella giornata è impossibile! Sublime sotto tutti gli aspetti (Vedi cronache Vedi fotografie). La corona è stata donata dal popolo offrendo ciascuno l’oro di cui poteva disporre.
Quando il Sommo Pontefice Pio XII con l’Enciclica Fulgens Corona dell’8 Sett. 1953 indisse l’Anno Mariano a ricordo del Centenario della Definizione Dommatica dell’Immacolato Concepimento di Maria da celebrarsi in tutto il Mondo dell’8 Dicembre 1953 all’8 Dicembre 1954 fu stabilito che il 12 Settembre 1954 si sarebbero fatte grandi feste in onore della Nostra Madonna Immacolata ma … il giorno 26 Giugno 1954 una mano sacrilega strappò la corona dal capo della Madonna deturpando orribilmente la Sacra Immagine. Che orrore! Che afflizione! Che dolore. (Vedi cronache e fotografie) Il ladro fu acciuffato, la Corona recuperata, l’Immagine a cura della Soprintendenza ai Monumenti restaurata. La festa fu celebrata il 3 Ottobre 1954 (Vedi programma e cronache e foto) fu di nuovo imposta la corona benedetta dal Sommo Pontefice sul capo della Madonna in un tripudio ed esultanza di popolo mai visto né potuto immaginare. Gli addobbi, l’illuminazioni e l’insieme della festa ha superata quella insuperabile del 12 Settembre 1950 a detta di tutti i cittadini e dei moltissimi pellegrini e forestieri venuti dai paesi circonvicini e molti di Roma e da altre città.

Nella fotografia che riporta la grande processione fatta il 12 Settembre 1900 in cui vi furono le grandi feste all’Immacolata a ricordo del movimento degli occhi e per la riapertura della Sua Chiesa rimasta chiusa 17 anni per la nequizia degli uomini.
Il chierico in tonacella che sorregge il fiocco a Sinistra del Quadro della Madonna Immacolata nella celebre processione del 12 Settembre 1900 è (vedi fotografie) il sottoscritto Venturino Bracci fu Giacomo che divenuto sacerdote il 6 Giugno 1903 desiderò fin dai primi anni di sacerdozio di vedere incoronata la Vergine SS.ma Immacolata. Divenuto Abate Parroco della Parrocchia di Vignanello tanto si adoprò (vedi cronache) che il 12v settembre 1950 potè avere la grande consolazione di presenziare alla grandissima festa dell’Incoronazione (vedi fotografia 12 Settembre 1950) Avvenuto il sacrilego attentato del furto della corona e della rovina del quadro (vedi fotografia 26 Giugno 1954) si adoprò presso la Soprintendenza alle Gallerie ed alle opere d’Arte Medioevale per il lazio (vedi lettere) che l’Immagine fu restaurata e ritornata alla prima bellezza e il 3 Ottobre 1954 fu di nuovo Incoronata con una festa più grande ancora di quella del 12 Sett. 1950 che era stata grandissima (vedi cronache e fotografie del giorno).

Trascrizione dall'originale: Vincenzo Pacelli