21.03.08
Moto Raduno a Vignanello

Siamo ormai vicini alla data del 30 marzo e alla giornata dedicata alla 1^ edizione della Moto Benedizione, la quale sicuramente vedrà una larga partecipazione di giovani e meno giovani, uniti dalla stessa passione: la cultura della moto. Questo evento scaturisce dalla necessità di condividere e rafforzare alcuni concetti essenziali: 1) richiamare all’attenzione la Pasqua di Resurrezione nel rispetto della nostra cultura cristiana; 2) sensibilizzare i motociclisti alla sicurezza stradale ma, soprattutto al rispetto dell’ambiente.

Quello della sicurezza stradale è un comportamento che il motociclista mette in atto autonomamente, in funzione della propria coscienza, e molto spesso gli incidenti dei centauri sono causati dalla cattiva percezione delle distanze della moto, da parte dei guidatori di altri veicoli.
Le aziende di settore sono impegnate continuamente nell’evoluzione degli strumenti per la sicurezza in strada, sia intervenendo sulla tecnologia dinamica dei mezzi, sia su quella dell’abbigliamento specifico. Da qui, la necessità di incontrarsi per mettere maggiormente a fuoco l’importanza del rispetto di comportamenti responsabili in strada e degli indumenti più idonei, a favore dell’incolumità degli appassionati delle due ruote. 

Ma anche quello sul rispetto ambientale, è tematica di fondamentale interesse, oggi più che mai. Intanto le due ruote sono già di per sé, mezzi di locomozione meno inquinanti rispetto ad ogni altro veicolo a motore, non fosse altro per il minor carburante combusto dovuto allo spostamento di mezzi molto leggeri. Poi, c’è da dire, come per la sicurezza, che i limiti della meccanica hanno ceduto il passo a sofisticate componentistiche in continuo progresso, con programmi di gestione motori comandati da centraline, le quali fanno sì che le emissioni degli scarichi vengano sempre mantenute entro i valori minimi, centrando quindi non solo l’obiettivo prestazioni, ma anche quello ecologico.

Ecco, lo spirito del motociclista, quando si raduna, è quello di solidarizzare e analizzare tutte le soluzioni migliori proprio su queste tematiche.

Riccardo Bevilacqua

  

22.03.08
Una breve considerazione

Caro Riccardo,
mi permetto di commentare con poche riflessioni il tuo intervento. Mi viene proprio dal di dentro, non posso farne a meno. Non posso non confessarti che questo moto raduno, o come scrivi "questa necessità" dei cosiddetti centauri di "richiamare all’attenzione la Pasqua di Resurrezione nel rispetto della nostra cultura cristiana" mi lascia un po' perplesso. E' come se c'è qualcosa che non mi torna.
Forse è un mio preconcetto, ma non ho mai percepito nei motociclisti tutto questo fervore religioso, tutto questo zelo anelante alla benedizione dei loro fiammanti mezzi a due ruote.
Certo, io non potrò mai entrare nell'intimo della mente di ogni centauro, e sicuramente fra di loro (del resto, come in ogni altra categoria del genere umano) non mancherà chi fermamente crede e aspira agli ideali cui tu fai riferimento, ma ti confesso che spesso, in occasione di queste "celebrazioni", mi rode il dubbio che possa trattarsi più di folklore che di altro.
Ma questo è solo un dubbio della mia mente, che nei dubbi adora sguazzare.

A presto, Vincenzo

 

 
 

23.03.08
Considerazione sulla considerazione
di Vincenzo Cherubini

Non avendo trovato maniera diversa (forse non c’è??) volevo fare una considerazione…..sulla considerazione di Vincenzo riguardo alla moto benedizione.

Spero vogliate pubblicarla, se possibile.

Ora, premetto che non conosco più di tanto gli autori della diatriba (lo so, termine esagerato ma al momento mi viene questo) ma vi posso assicurare che da spettatore esterno, le parole di Vincenzo mi sembrano un po’ esagerate.

Mi spiego.

Sono finiti (da un bel pezzo, direi) i tempi che legano i motociclisti al “teppismo” vero e proprio…… oggigiorno chi và in moto, a prescindere dalla passione o dall’indubbia utilità (personale e colletiva/consumi/eccecc) è senza dubbio una persona normale, anzi, permettetemi di dire anche intelligente, e quindi non vedo cosa ci debba essere di opinabile all’iniziativa e/o alla partecipazione ad una moto benedizione.

Adesso parlo da motociclista corretto quale sono. 

Vivo a Roma, ho girato l’Italia per migliaia e migliaia di km per lavoro, quindi parlo con cognizione di causa.

Di questi tempi ce n’è veramente bisogno, della motobenedizione, con tutta la gente che và in giro con ogni mezzo di locomozione (a due, tre, quattro è piu’ ruote, non c’è differenza) ed adotta una guida discutibile.

Quando và bene, ci si mette al telefonino…… quando và male…. ci scappa il morto, e di solito è quello che guidava un mezzo a due ruote.

Ora, vedo che nel 2008 invece di preoccuparci del futuro dei nostri figli ci si preoccupi solo di fare polemiche su polemiche, e già questo mi sembra un’enorme spreco di risorse.

Fare polemica su una cosa che mi sembra decisamente e solamente positiva, mi rattrista e rafforza la mia volontà di “autoesiliarmi” da tutto e tutti, per stare in pace con il mondo, umani esclusi.

Peccato.

V

 
 

24.03.08
Moto raduni: un cosmo policromatico
di Riccardo Bevilacqua

Caro Vincenzo,
se hai la pazienza di dedicare cinque minuti del tuo tempo, visitando siti dedicati ai moto raduni, ti accorgerai che la pratica della moto benedizione è alquanto usuale e ricorrente. Cosi come sono usuali, raduni di altra natura, anche folkloristici: dalla moto salsicciata, al raduno a favore della pace (come quello in foto a S.Pietro nell’agosto 2007 dove siamo stati moltissimi partecipanti, convinti della tematica, provenienti da tutta Italia); dal raduno sulla sicurezza stradale al raduno di Natale o della Befana con la consegna di doni ai bambini malati gravi negli ospedali, o alla motocavalcata fra gli abeti del Monte Amiata. Poi, ognuno partecipa a quello che più trova interessante secondo il proprio stile di vita. 

Visto dal di fuori, cosi come la tua considerazione, centauro o motociclista potrebbe significare esclusivamente fan di Valentino Rossi o Max Biaggi e imitarne le performances, confinandolo nello status di acrobata della strada, ma, ti assicuro che il motociclista è anche altro. Semplificando il tuo ragionamento, è come dire – con fin troppa superficialità – che i lavoratori autonomi sono tutti evasori fiscali, o che i tifosi di calcio sono tutti degli estremisti criminali.

Quando si parla di una specifica categoria, a qualsiasi livello sociale, giudicarla in maniera “preconcetta” è una forzatura non esatta, specie se l’informazione è parziale. La società umana – come anche tu fai riferimento - è formata da tanti macro livelli, interconnessi fra loro con altri micro livelli, che si aggregano secondo comuni interessi e obiettivi. Quindi, dipingere i motociclisti in monocromia, credo sia molto riduttivo e poco riguardoso delle loro peculiarità.

Questo te lo dico con ferma convinzione, avendo fatto più di un’esperienza diretta. Ho potuto constatare di persona, venendo a contatto con loro, lo spirito di condivisione e solidarietà, di umano rispetto ed anche quel fervore cristiano che tu dici di non avere mai percepito in questa categoria. Ti assicuro, c’è! 
E, questo, te lo dice uno che non è poi un fervente cattolico praticante, ma un laico rispettoso delle altre culture, anche confessionali.

Vorrei concludere con un detto popolare Hindu : “prima di saperlo era difficile, una volta saputo è facile”.

A presto, Riccardo

 

24.03.08
Nessuna polemica, era solo una riflessione
di Vincenzo Pacelli

Cari Vincenzo e Riccardo,
mi sembrava di aver usato toni pacati e per niente esagerati, o almeno ci ho provato. Ho premesso che la mia era (ed è) semplicemente una perplessità, ammettendo anche la possibilità che si tratti soltanto di un mio preconcetto.
Ho ribadito anche che so di non poter certo entrare nella testa di altre persone, che siano motociclisti, lavoratori autonomi, dipendenti o altro.
Lungi da me vedere in ogni motociclista un teppista, ne conosco diversi e non sono affatto tali. Non mi permettei di giudicare nessuno in base ad un hobby o al mestiere che esercita.
Forse il mio errore è stato nel non sottolineare abbastanza che la mia perplessità non era tanto data dal fatto che la celebrazione di benedizione era organizzata dai motociclisti, quanto dal fatto che queste manifestazioni, in linea generale, indipendentemente dalla categoria che le organizza, mi mettono il dubbio, come dicevo nel mio intervento, che si tratti più di folklore che di altro.
Provo a spiegarmi.
Ritengo che la religione ed il rapporto con Dio siano un argomento tutt'altro che superficiale, anzi. Credo che se un Dio esiste, esso sia onnipotente e onnipresente. Intendendo con onnipresente, presente in ogni luogo e in ogni cosa da lui creata, in quanto creatore di Tutto.
E se è onnipresente, allora ogni cosa ha in se Dio, ogni cosa è consacrata e benedetta dall'avere al suo interno l'essenza del creatore del Cielo, della Terra, e di tutte le cose visibili ed invisibili.
E se ogni cosa ha in sé Dio, non credo che l'uomo sia tenuto a prendersi la briga di benedirla ulteriormente.
Ma questa, sia ben chiaro, è una mia visione, probabilmente limitata, in quanto non sono un cultore di teologia e sicuramente mi sfugge qualcosa.
Col mio intervento ho semplicemente espresso un mio pensiero. Spero vogliate scusarmi se ho urtato la vostra sensibilità.

A presto,
Vincenzo