27.08.07
Un personaggio… un po’ dimenticato
   

Girovagando, o come si dice in gergo, navigando in internet, mi sono imbattuto per puro caso sul sito del Comune di Stroncone (TR). Qui, andando su ”Le Chiese ed i conventi”, ho trovato, con mio grandissimo stupore, la Cripta di San Biagio di Angelo da Vignanello” sita nella frazione di Coppe.

Narra la storia che Angelo di Menicuccio da Vignanello fu pittore ed intarsiatore in Orvieto, dove è ricordato in vari documenti del 1489 – 1490 per dei lavori eseguiti nel Duomo di Orvieto.

Tutto questo mi ha incuriosito, così ho voluto andare avanti con le mie ricerche.

Cerca e ricerca, sono “approdato” sul sito della Biblioteca Consorziale di Viterbo (www.bibliotecaviterbo.it) dove ho trovato un documento di tale Gennaro Esposito, dal titolo: Magistro Angelo de Vignanello – Testimonianze della pittura viterbese di fine ‘400 in terra umbra (www.bibliotecaviterbo.it/Rivista/2004_1-2/Esposito.pdf).

Leggendo l’articolo mi ha fatto un po’ sorridere il fatto che nei diversi documenti il toponimo “da Vignanello” subisce delle variazioni, diventando: da Figlianello, da Iglianello e da Igliarello (non approfondiamo il perché di queste variazioni, non vorrei aprire un nuovo “caso nazionale” nulla nascita del nome Vignanello).

Scorrendo l’articolo sono rimasto sorpreso quando ho letto che in un documento conservato nell’Archivio Notarile di Vignanello (Archivio di Stato di Viterbo, Notarile di Vignanello, prot. 14, ff. 3v e 4r), si diceva che Angelo di Menicuzio (o Menicuccio), insieme a tale Antonio Lombardo abitante di Vallerano già nel 1497, abbiano svolto a Vignanello, presso la Cappella di San Sebastiano nell’omonima Chiesa, dei lavori. Dovevano distruggere alcune pitture esistenti per dipingervi nuove immagini della Vergine Maria con a lato le figure di San Sebastiano e San Rocco.

A questo punto mi sorge spontanea una domanda per il sig. Pinco Pallino (o per chiunque abbia la voglia e la possibilità di rispondere): Come ha fatto il “Magistro” in questione a fare dei lavori alla Cappella di San Sebastiano nel XV sec. (perciò già esistente, anche se non si sa da quanto tempo) in una Chiesa che, leggendo le notizie in nostro possesso (vedi anche il sito ufficiale del Comune di Vignanello), a quel tempo non doveva nemmeno esistere, dato che la storia fa risalire l’edificazione  attorno al 1625 (più di cento anni dopo dall’evento suddetto) dal Conte Sforza Vicino Marescotti in onore della madre Ottavia Orsini? Forse non si sta parlando della stessa Chiesa? Forse la “vecchia” Chiesa è stata smantellata per poi essere riedificata?

Andando avanti con la lettura si legge di molte altre opere attribuite al Menicuccio, anche nel vicino Comune di Corchiano nella cappella dedicata a San Biagio (comunque devo dire che i vignanellesi sono in fondo in fondo un po’ tutti Sammiaciari).

Vorrei concludere chiedendo: perché questo personaggio, vista la sua notorietà anche in ambito extra-regionale (vedi Orvieto e la provincia di Terni), è stato preso poco in considerazione da tutti coloro che si cimentano nell’arduo compito di far conoscere ai vignanellesi un po’ della loro storia?

Puck

   

Non posso che ringraziare Puck per averci ricordato questo artista vignanellese vissuto nella fine del '400. Effettivamente in paese non so quanti siano a conoscenza di questa notizia, pubblicata su Biblioteca & Società (vol. IL, n.1-2, giugno 2004). Conosco l'autore, Gennaro Esposito ed ho anche avuto modo di dargli una mano nel corso delle ricerche, verificando la presenza di altre notizie nell'archivio di Stato di Viterbo. Nel mio piccolo sto cercando di ricostruire la genealogia dell'artista per poter, magari, rintracciare i suoi attuali discendenti. Non credo sarebbe male se a Vignanello gli si intitolasse una via, o uno spazio all'interno del centro storico. Riguardo alla chiesa di San Sebastiano, ci si trova di fronte ad un enigma. Come giustamente fai notare, l'attuale costruzione è del '600, ma già dal secolo precedente è attestata in quel punto del paese  la presenza di un convento ed è verosimile che vi fosse una chiesetta (o più semplicemente un'edicola) già dedicata a San Sebastiano (nella quale dipinse Angelo di Menicuccio) poi demolita per costruire la struttura che si conserva attualmente. Non è quindi da escludere che l'unica opera di questo artista, presente nel nostro paese, sia andata distrutta. Altre si sarebbero potute trovare nell'antica chiesa matrice, anch'essa demolita nel '700 per fare posto alla Chiesa Collegiata. Povero Mastro Angelo, per fortuna che ha operato anche al di fuori di Vignanello!

Vincenzo